Negli ultimi anni è stata riscoperta la tecnica del mass trapping o catture massali, che, anche se vecchia come concezione, è stata resa innovativa dalla sperimentazione di nuovi dispositivi (EcoTrap) che uniscono caratteristiche positive che vanno dalla salvaguardia della salute del produttore e del consumatore all’estrema riduzione dell’impatto sull’ambiente, in generale.
In Liguria a partire dal 1998 sono in corso progetti dimostrativi sull’applicazione di questa tecnica e ad Arnasco è stata condotta un’esperienza, tuttora in corso, che può essere citata come un esempio di gestione ottimale di un progetto su scala territoriale. La tecnica del mass trapping, infatti, deve essere applicata su grosse superfici olivate accorpate e questo in Liguria, tenuto conto della frammentazione della maglia poderale, può rappresentarne un limite.
Questo limite, ad Arnasco è stato superato grazie all’azione puntuale, precisa e coinvolgente della Cooperativa Olivicoltori locale che ha provveduto a formare, informare ed eseguire tutte le azioni necessarie per la riuscita della tecnica. Ad Arnasco, dove ho passato bei momenti dal punto di vista umano e professionale, ho avuto modo di aggiungere conoscenza a quanto già, in parte, mi era noto, in merito al concetto di vocazionalità naturale di un’area all’utilizzo di una tecnica. E per vocazionalità naturale intendo quella legata sia agli aspetti pedoclimatici che a quelli socio-economici.
Infatti in questa zona collinare della Liguria, grazie all’intervento delle Istituzioni locali e soprattutto della Cooperativa Olivicoltori di Arnasco è stata messa in opera una progettualità che, a partire dalla difesa dell’olivo, ha portato alla promozione e valorizzazione della produzione e di conseguenza anche della comunità rurale che su di essa basa tradizioni ed economia. È quindi bello e rassicurante sapere che esistono luoghi, come Arnasco, caratterizzati dall’esistenza di un equilibrio tra tutte le sue componenti, l’uomo, l’ambiente, gli oliveti e anche la mosca dell’olivo che, necessariamente, in essi vive. E non ci si può che adoperare affinché questo equilibrio continui.
Dott. Ruggero Petacchi
Scuola Superiore S. Anna – Pisa